LA STORIA

Tradizione e Professionalità

Villa Bernese si erge sul tratto di collina Morenica, tra i comuni di Villarbasse e Rivalta di Torino. Più precisamente questo tratto collinare è denominato “Costa dell’Indrit” che deriva dal dialetto piemontese e significa “esposto a mezzogiorno”.

La collina, sebbene ora sia ricoperta da un manto boscoso, in passato fu adibita a vigneti; ne rimangono testimonianza le ancora evidenti opere di terrazzamento, oltre alla crescita spontanea di alcuni vitigni selvatici. Sulla sommità di questa collina sorge, in forma di castello, una delle più antiche costruzioni della zona “Villa Bernese”, un edificio costruito ed ampliato in varie epoche. Le parti più antiche risalgono al XVIII° secolo, come si evince dall’incisione sulla sommità del tetto del lato est, riportante l’anno 1731. La parte padronale della costruzione risale al 1800.

L’edificio fu di proprietà dei Marchesi Asinari di Bernezzo, i quali avrebbero scelto questo luogo perché, da questa posizione dominante sulla vallata, potevano avere un maggior controllo sul lavoro svolto dai mezzadri nei campi. Nei secoli i terreni circostanti furono divisi in vari appezzamenti, fra questi la collina detta “Castellazzo”, una delle tre cime collinari che caratterizzano il comune di Rivalta Torinese ad est, fu acquistata del Conte Camillo Benso di Cavour per essere poi donata ad una signora francese. Successivamente fu riannessa alla proprietà, a seguito della cessione degli eredi di questa signora. Tra i più illustri proprietari che si sono succeduti su questa dimora compare il nome di Vittorio Emanuele II°, primo re d’Italia, che nella seconda metà del 1800 la adibì a tenuta di caccia e ne fece dono alla signora Rosa Vercellana, meglio nota come “La Bela Rosin” a cui il Re concesse poi il titolo di “Contessa di Mirafiori e di Fontanafredda”.
Tale residenza fu probabilmente uno dei luoghi che il sovrano amava frequentare per dedicarsi alla caccia, passione che gli permetteva di fuggire dalla monotonia della vita di corte.

Una curiosità ulteriore riguarda l’utilizzo militare che ne fu di questo luogo; nel corso dei passati eventi bellici le comunicazioni ed i messaggi viaggiavano per mezzo di segnali luminosi. Questo edificio era un punto di ricezione e trasmissione di questi messaggi: fra il Catello di Rivoli, il Torrazzo di Villarbasse e il Castello di Reano e si dice che con questo sistema fosse possibile trasmettere una comunicazione da Torino fino in Val d’Aosta in meno di un’ora e mezza. Più recentemente, fu luogo di rifugio dei gruppi partigiani locali, che si nascondevano ai rastrellamenti attuati dalle truppe tedesche, durante la Seconda Guerra Mondiale.

LA STORIA

Tradizione e Professionalità

Villa Bernese si erge sul tratto di collina Morenica, tra i comuni di Villarbasse e Rivalta di Torino. Più precisamente questo tratto collinare è denominato “Costa dell’Indrit” che deriva dal dialetto piemontese e significa “esposto a mezzogiorno”.

La collina, sebbene ora sia ricoperta da un manto boscoso, in passato fu adibita a vigneti; ne rimangono testimonianza le ancora evidenti opere di terrazzamento, oltre alla crescita spontanea di alcuni vitigni selvatici. Sulla sommità di questa collina sorge, in forma di castello, una delle più antiche costruzioni della zona “Villa Bernese”, un edificio costruito ed ampliato in varie epoche. Le parti più antiche risalgono al XVIII° secolo, come si evince dall’incisione sulla sommità del tetto del lato est, riportante l’anno 1731. La parte padronale della costruzione risale al 1800.

L’edificio fu di proprietà dei Marchesi Asinari di Bernezzo, i quali avrebbero scelto questo luogo perché, da questa posizione dominante sulla vallata, potevano avere un maggior controllo sul lavoro svolto dai mezzadri nei campi. Nei secoli i terreni circostanti furono divisi in vari appezzamenti, fra questi la collina detta “Castellazzo”, una delle tre cime collinari che caratterizzano il comune di Rivalta Torinese ad est, fu acquistata del Conte Camillo Benso di Cavour per essere poi donata ad una signora francese. Successivamente fu riannessa alla proprietà, a seguito della cessione degli eredi di questa signora. Tra i più illustri proprietari che si sono succeduti su questa dimora compare il nome di Vittorio Emanuele II°, primo re d’Italia, che nella seconda metà del 1800 la adibì a tenuta di caccia e ne fece dono alla signora Rosa Vercellana, meglio nota come “La Bela Rosin” a cui il Re concesse poi il titolo di “Contessa di Mirafiori e di Fontanafredda”.
Tale residenza fu probabilmente uno dei luoghi che il sovrano amava frequentare per dedicarsi alla caccia, passione che gli permetteva di fuggire dalla monotonia della vita di corte.

Una curiosità ulteriore riguarda l’utilizzo militare che ne fu di questo luogo; nel corso dei passati eventi bellici le comunicazioni ed i messaggi viaggiavano per mezzo di segnali luminosi. Questo edificio era un punto di ricezione e trasmissione di questi messaggi: fra il Catello di Rivoli, il Torrazzo di Villarbasse e il Castello di Reano e si dice che con questo sistema fosse possibile trasmettere una comunicazione da Torino fino in Val d’Aosta in meno di un’ora e mezza. Più recentemente, fu luogo di rifugio dei gruppi partigiani locali, che si nascondevano ai rastrellamenti attuati dalle truppe tedesche, durante la Seconda Guerra Mondiale.

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